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CORONAVIRUS – FASE 3

La nostra vita, a guardar bene, segue le stesse fasi che sta seguendo questa pandemia: la fase in cui tutto nasce e si scatena, la fase in cui si corre ai ripari, la fase in cui, preso atto dell’accaduto, si cercano risorse per rialzarsi e l’inevitabile fase di rientro (che in pandemia non abbiamo ancora raggiunto ma che “giocando” a fare la veggente, suppongo accadrà) in cui ci si lascia tutto alle spalle perché come si dice “la vita continua”!
La nostra vita è fatta di fasi, di step, di obiettivi al raggiungimento dei quali ne susseguono altri, non senza però dover chiudere delle porte, voltar pagine, chiudere capitoli. Attualmente mi trovo in quella fase che io chiamo realizzazione familiare e lavorativa: in questo momento della mia esistenza, cioè, sono focalizzata sul benessere della mia famiglia e sulla mia posizione lavorativa. E’ un capitolo che prevedo e spero essere bello lungo, un capitolo pieno di parole già scritte e da scrivere, di storie raccontate e da raccontare, di emozioni vissute e da vivere. Per arrivare qui ho dovuto chiudere diversi capitoli: quello della mia infanzia, della mia adolescenza, della mia giovinezza ahimè, della scuola. Ho chiuso capitoli amorosi, alcuni anche amicali, capitoli lavorativi. Certo restano i ricordi, belli e brutti, le soddisfazioni e le delusioni; tutto fa parte di me; tutto mi rende la donna che sono! Ma per arrivare dove sono oggi, ho dovuto chiudere dei capitoli.
Siamo in piena fase 3, la fase del rilancio, che a mio avviso, inevitabilmente porta con sé azioni concrete da compiere ma anche significati simbolici da acquisire e da non trascurare. Per RI-lanciare qualcosa significa che prima qualcosa è andato storto ma che è necessario reagire, riattivarsi, crederci. Significa che bisogna dar fiducia, speranza, appoggio, che bisogna saper guardare oltre e superare. Se ci si piange addosso, se si rimugina sul passato, se si guarda sempre indietro senza mai guardare avanti, ci si scava lentamente la fossa. Rilanciare significa alzare la posta in gioco perché l’obiettivo è elevato ma non significa dimenticare, anzi! Significa piuttosto fare tesoro delle esperienze passate per arricchire il proprio bagaglio esistenziale ed affrontare il resto del viaggio più preparati.
Ma è possibile passare ad una fase successiva senza aver chiuso adeguatamente un capitolo e quindi la fase precedente? Se dovessi dar retta solo alla mia esperienza lavorativa mi verrebbe da rispondere “assolutamente no!”. Avete mai provato a buttarvi a capofitto in una nuova storia d’amore senza aver prima elaborato e metabolizzato la fine di quella precedente, quella che vi ha fatto penare tante notti, che vi ha amareggiati e delusi? Avete mai iniziato un nuovo lavoro senza rescindere dal contratto di lavoro precedente? Siete mai passati in prima superiore senza aver passato l’esame di terza media? Molti bambini quest’anno sono stati privati della chiusura di un importante capitolo della loro vita: il passaggio dalla scuola dell’infanzia a quello delle primarie o dalle scuole primarie alle secondarie. Non hanno potuto salutare la classe e gli insegnanti, se non solo dietro lo schermo di un pc, non hanno potuto gridare a squarciagola “è finita la scuola”. E quello che questa apparentemente sciocca mancanza può significare, lo capiremo solo nel tempo, prossimamente, durante la lenta fase di rientro in cui la vita deve sempre e comunque continuare.