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CORONAVIRUS – FASE 1

“Dunque siamo in zona rossa. E ci hanno sottoposto a divieti. Cosa intollerabile per un italiano. Che non viene educato al rispetto delle regole. Bensì all’utilizzo del buonsenso (…) Divieto di sorpasso per linea continua? Beh, se non ci sono auto all’orizzonte, posso farlo. Siamo, credo, l’unico paese al mondo che ha la doppia linea continua…” (cit.) perchè agli italiani non ne bastava una! Ecco, devo ammettere, purtroppo, che anche io sono (stata) una di quelle. Una di quelle persone che se ne frega delle doppie linee continue. Ero in ritardo. Stavo andando al lavoro. Per strada un pò di traffico ma sfiga vuole che si aggiunga pure il classico vecchietto col cappello, che va a 2 km all’ora. Mi infastidisco, mi agito, impreco e poi decido: sorpasso! Tra me e il vecchietto col cappello ci sono altre due vetture e una lunga, bianca, doppia linea continua! Mi accerto che non arrivino auto dalla corsia opposta, accelero e sorpasso, soddisfatta, tutti e tre. Solo allora mi compare davanti la paletta del vigile che mi esorta ad accostare. Mi elenca tutti i motivi per cui sono stata fortunata a commettere quell’infrazione senza perdere la vita: se fosse giunta improvvisamente un’auto dalla corsia opposta? Se un’auto si fosse immessa in quel momento? Se il motore della mia auto si fosse rotto? Se non avessi ben calcolato le distanze? Io con i se e con i ma non ci ragiono tanto. Mi innervosiscono. Se fosse stato ma così non è stato e allora la vogliamo fare finita? Dammi sta multa e non ne parliamo più.
Quella volta me la sono cavata con 35 euro di multa e il mio bel ritardo al lavoro. Quella volta…questa volta invece mi rendo conto di aver fatto una cazzata. Perchè vedete, superare una doppia linea continua significa non solo essere degli incoscienti (se avessi fatto un incidente?), ma anche dei testardi (devo a tutti costi superarlo!) ed egoisti (sto vecchio rimbambito non potrebbe prendere il bus invece che farmi fare tardi?). E in più non rispettosi delle regole (potevo avere tutte le mie ragioni ma c’era un’evidentissima doppia linea continua!).
Cosa c’entra tutto questo con il Coronavirus? 

Questa è la descrizione della mia doppia linea continua, linea che, da ieri sera, si è estesa a tutto il territorio italiano. Linea di confine, linea che separa, linea che imprigiona. Linea che mi si attorciglia al collo come una corda che stringe sempre di più, quasi a soffocare. E’ così che mi sento in questi giorni se penso a quello che sono, a quello in cui ho sempre creduto, a quello su cui ho basato tutta la mia vita, a quello a cui ora devo, per il mio bene e per quello di tutti, rinunciare. Non mi riferisco tanto ai danni fisici ed economici che questo virus sta portando (se ne parla tanto, troppo, ovunque e nei modi più svariati) ma dell’impatto che tutte le restrizioni che si sono fatte estremamente necessarie hanno su di me. Ho sempre viaggiato, mi piace conoscere altre culture, altri usi e costumi. Amo la libertà e l’ho insegnata ai miei figli. Sono una che cerca di vedere sempre oltre, a cui piace leggere tra le righe, ascoltare fuori dal coro. Oltre, tra, fuori mentre ora dobbiamo stare tutti dentro! Sono, per natura e per formazione, estremamente sensibile ed empatica. Cerco la vicinanza emotiva, il contatto, la comprensione, la condivisione, la pacca sulla spalla come incoraggiamento, l’abbraccio che riempe un vuoto, la stretta di mano che dona presenza. Vicinanza, contatto mentre ora dobbiamo allontanarci, isolarci, mantenere la debita distanza. Ora più che mai, per salvaguardare la salute fisica e mentale di chi intreccia (simbolicamente parlando; sia mai!) la sua vita
con la mia, che siano parenti, amici o pazienti, sento il bisogno di reinventarmi, di trovare il modo di continuare ad essere me stessa, di mantenere alti i miei valori, di dare il mio apporto e supporto agli altri ma sempre e comunque, rispettosamente, al di qua di quella famosa doppia linea continua. E’ tutto così nuovo, tutto così diverso, tutto così fantascientifico eppure è tutto così reale che dobbiamo prenderne atto e nel nostro piccolo fare tutti qualcosa. Non so ancora bene come ma mi reinventerò!